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martedì 24 giugno 2014



LA PRINCIPESSA E LA FATA...

Marina era una giovane principessa dai capelli color rosso fuoco e occhi verde acqua. Viveva in un grande castello,con servitori al seguito pronti a riverirla...Rimaneva spesso da sola perchè i suoi genitori erano sempre molto impegnati, e sognava un fratellino o una sorellina con cui giocare...
La corte del castello era grandissima con prati a perdita d'occhio, ma Marina era solita rifugiarsi nella sua casetta costruita su una vecchia quercia...da li si sentiva al sicuro ...
In una giornata dall'apparenza normale, Marina salì nel suo rifugio, ma quando la noia sembro' prendere il sopravvento, ecco qualcosa attirare l'attenzione della Principessa... 
Appoggiata alla tazzina del te, un piccolo essere somigliante ad una farfalla. 
Marina si avvicino' con cautela e si accorse che quell'esserino era una tenerissima fatina...
La fatina la guardo' e chiese alla bambina come mai avesse gli occhi tristi.
 Marina le racconto' che non le mancava nulla di materiale ma che si sentiva sola. 
La fatina rispose <<Non temere mia dolce principessa, abbi fede, stasera prima di andare a letto, accendi una candela di colore verde come la speranza e falla consumare da sola fino la fine, e quando la candela si starà per spegnere, esprimi sotto voce il tuo desiderio>>...
Cosi Marina fece... la sera accese la candela, espresse il suo desiderio 
e piena di speranza andò a dormire...
L'indomani Marina si svegliò, scese le scale, e li c'era la sua mamma e il suo papà
 per annunciarle la bellissima novità...
eh si, stava per arrivare una sorellina o un fratellino.
Da quel momento Marina tutti i giorni ha lasciato nella casetta sulla quercia una zolletta di zucchero per ringraziare la fatina ....
e ben presto nella casetta si è aggiunto anche un piccolo principe...
Se ci credi davvero tutto puo' accadere...

(Racconto di Jessica Vizzini)





La nascita della Fata - Principessina Denise -
(scritto da Fata Moony)

- Dai maga Sannah, dimmi della principessina!-
- Anche io voglio sapere!-
- Si, anche io!!!-
- Dai ti prego!!!-
Le dodici fatine svolazzavano nella caverna buia. I bagliori che scaturivano dalle loro veloci ali, si riflettevano sulle pareti incendiando la caverna di mille colori.
- Dai racconta ti prego!!!- dissero in coro.
- Basta!- esclamò la maga - Venite tutte qua-
Le fatine si posarono al suolo, si avvicinarono lentamente e si sedettero in cerchio attorno alla maga. Ultimo battito d'ali, ultimo bagliore e la caverna piombò nell'oscurità.
La maga Sannah alzò le braccia al cielo e avanti a lei si materializzò una sfera di cristallo iridescente. Una tenue luce si sparse tutt'intorno rendendo la caverna ancora più sinistra. 
Dodici paia di occhi spalancati la fissavano, le bocche semiaperte, le ali vibranti.
La maga guardò la sfera poi disse:
- E' notte, il cielo è acceso di mille stelle, una falce di luna fa capolino da dietro le montagne...il lago brilla di mille lucine dorate...sul prato c'è un fiore, un unico fiore rosso scuro ma luminoso...è un grande bocciolo di rosa...-
- E' la Valle Incantata!- sussurrò una fatina alla compagna seduta accanto a lei.
La maga fissò un attimo la fatina per zittirla poi proseguì
- Sedute sul prato ci sono venti fatine, le loro ali sono azzurre, brillano, intrecciano ghirlande di fiori. Gli unicorni sono immobili, guardano il bocciolo di rosa e attendono...Accanto alla rosa c'è un Elfo seduto a gambe incrociate e suona una tastiera incantata...è il padre della principessina, l'Elfo della musica... suona una musica soave. La madre, la Fata della pazienza, danza al suono di quella musica e altre fate si uniscono a lei...Ma.....-
La maga si ferma un attimo, le dodici fatine si protendono in avanti in attesa
- Ecco- prosegue la maga - La musica cessa, le fate sono immobili...La rosa pian pianino si schiude...Una piccola, piccolissima Fata dorme nel suo interno. Apre gli occhi la Fata principessina al mondo incantato...ha due piccole ali che fremono. Le sbatte, cerca di librarsi in volo, ma ricade nel fiore. Un canto si alza nella valle, pare una ninna nanna...la principessina si riaddormenta...-
- E poi? Riuscirà a volare? E come sarà da grande? Crescerà?- chiedono in coro le dodici fatine
- Crescerà- risponde la maga - e sarà la più bella fata fra le fate, gli elfi cadranno ai suoi piedi e danzerà...danzerà sui petali dei fiori e spargerà polvere dorata per il mondo...-
- Ohhhhh...e come sarà?-
- Ma dorme ancora?-
- E' riuscita a volare?-
Mille domande facevano le fatine
_ Basta così- disse la maga - Ora andate via!-
Le dodici fatine si alzarono in volo e sparirono.
La maga rimase da sola e chiuse gli occhi
I capelli da neri divennero biondi, il corpo divenne etereo e dalle spalle spuntarono due grandi ali trasparenti, argentate: Fata Moony aprì gli occhi e guardò la sfera... la principessina dalla rosa si alzò e spiccò il volo.
- Vola piccina mia, vola sempre più in alto e non fermarti mai!_
Sorrise Fata Moony a quella nipotina che già tanto amava...
La sfera scomparve...tutto divenne buio 

di Fata Moony






IL BOSCO INCANTATO
(Scritto da Fata Moony)

Mi aveva sempre incuriosito molto quel cancello dietro il quale si scorgeva un viottolo che entrava in un bosco, ma non avevo mai avuto il coraggio di oltrepassarlo. Quella notte affacciata alla finestra del pian terreno della mia dimora, ascoltavo il canto delle cicale e lo scroscio dell'acqua che zampillava nella vasca della fontana. Su di me, un tetto di stelle. Osservavo il panorama con i suoi tetti e campanili che nella notte parevano neri, ma i miei occhi andavano sempre là, oltrepassavano quel cancello chiuso, per perdersi nelle profondità di quel bosco misterioso. Non so cosa mi portò a scavalcare la finestra, forse uno strano luccichio nell'aria, forse qualcosa o qualcuno mi aveva parlato chiamandomi per nome. I miei piedi nudi sulla soffice erba, un brivido che mi correva lungo la schiena, il canto di una civetta. Mi fermai, ma ecco che il cancello si spalancò invitandomi ad entrare. Avanzai lentamente su per quel viottolo, grossi alberi dai tronchi nodosi intrecciavano i loro rami formando un tunnel dentro il quale io avanzavo. Le foglie frusciavano al vento, un bisbiglio sommesso, gli alberi parlavano fra di loro. E tutto intorno a me mille lucciole argentate che  accompagnavano il mio cammino. Alla fine del viottolo mi fermai avanti ad una porta chiusa.Accanto alla porta, un'eterea fatina. Vestiva abiti di velo, le grandi ali luccicanti e trasparenti, i lunghi capelli argentati. Le sue mani giocavano con i raggi della luna e sorrideva serena. Mi invitò a varcare la soglia di quella piccola antica porta, mi accompagnò lei nell'altra dimensione, in una terra fatta di monti d'oro, di laghi fatati, di cascate incantate. In quella terra dove il tempo si è fermato, dove non esistono malattie e sofferenze. In quella terra abitata da sole creature magiche, dove gli elfi cavalcano gli unicorni e le fate danzano leggiadre intonando canti soavi. In quella terra incantata e popolata di sogni, dove nessuno che non abbia creduto nelle fate, può entrare. 
E io ci sono entrata, in una notte d'estate....e mai più nessuno mi ha ritrovata.

(Racconto di Fata Moony)





MIKY E IL MONDO INCANTATO

Miky era sempre stato un amante della natura,fin da piccolo, e appena aveva un attimo di libertà,si concedeva delle passeggiate nel verde dei boschi dove la città, i  suoni, e il suo inquinamento non arrivavano.
Quel giorno si addentro' nell'interno del bosco in luoghi non frequentati dall'uomo, dove da padrone fanno i cavalli selvatici,i cervi e i cerbiatti.
Miki era affascinato dai colori e dai suoni della natura ...camminava respirando l'aria satura di odori,osservando gli animali che si abbeveravano nel corso d'acqua che lui costeggiava...ma qualcosa di strano attiro' la sua attenzione...una criniera bianca  che sembrava illuminare tutto ciò che  circondava. Si  avvicino' per veder meglio e vide un cavallo,ma aveva qualcosa di strano, di molto strano, qualcosa che in vita sua non aveva mai visto...(ma ne aveva sentito parlare da bambino nelle fiabe)...  un manto bianco lucido che abbagliava e un lungo corno al centro della fronte.  L'animale non sembrava spaventato dalla sua presenza anzi continuava ad abbeverarsi nel corso d'acqua. Miky pensando di catturare quel magico momento prese la sua macchina fotografica ma si sentì chiamare. La voce proveniva da dietro un cespuglio...si avvicino' piano, sposto' i rami e vide dei piccoli esseri che lo invitarono gentilmente a non fotografare l'unicorno. Miky  chiese il perchè ...voleva farlo vedere ai suoi amici ma i piccoli esseri, che poi scopri essere  Elfi, lo invitarono a sedersi. Il più anziano di loro disse di chiamarsi Ethans e inizio' a raccontare:
 -Un tempo i due mondi,il nostro e il vostro, convivevano serenamente tra di loro. Gli uomini  vedevano il nostro mondo magico che ora a voi è negato vedere...e vi è stato negato in seguito alla mancanza di fantasia...  voi non credete piu' che possa esistere un mondo al di fuori del vostro, dove ci sono creature magiche, e dove l'impossibile diventa possibile...Ma solo chi ha il cuore puro, o chi ama e rispetta la natura  potra' venire a contatto con noi e con il nostro magico mondo.-
 Allora a quel punto Miky chiese:
-Come mai allora vi siete resi visibili a me?-
-Ti stiamo osservando da tempo...e sappiamo che ami  la natura e  gli animali e  abbiamo capito che tu fai parte di quel tempo passato in cui gli uomini e gli abitanti del magico mondo convivevano in pace e in amornia, e ti abbiamo voluto mettere a conoscenza della nostra esistenza, ma a una sola condizione, che tu non fotografi ciò che vedi, per evitare che venga a mancare la quiete che circonda il nostro mondo incontaminato.-
Allora l'uomo promise che non avrebbe mai fotografato quei momenti, e chiese anche se avesse avuto altre occasioni di incontrarli
 Gli risposero che solo nel momento in cui loro si sarebbero voluti mostrare li avrebbe potuti rivedere.
Miky si accorse che il tempo era volato e senza rendersi conto stava calando la sera...
saluto' gli elfi e si accinse a ripercorrere il sentiero che lo aveva condotto a loro...
Mentre andava via si volto' per rivederli e salutarli ancora una volta...ma il bosco era tornato alla sua normalità, la magia  era svanita...e mentre rientrava si ripromise che sarebbe tornato, con la speranza di rincontrare gli abitanti del magico mondo

di Oberon Re delle Fate





UNA LETTERA PER SAN VALENTINO

Una fanciulla timida timida (al suo primo palpito d'amore), è innamorata del ragazzino della casa accanto.
 Il problema sono le origini del ragazzino, esse sono nobili, infatti la casa è una grande villa circondata da secolari ippocastani e lei non riesce nemmeno ad alzare gli occhi color delle viole quando lui passa. 
Così nel giorno degli innamorati, si mette alla sua vecchia scrivania e scrive su un foglio di quaderno una poesia bellissima per il giovane,
 ma il foglio non è nè rosa nè tanto meno ha i cuoricini. 
La fanciulla la mette lo stesso nella cassetta delle lettere la notte prima del 14 febbraio e va a dormire. 
Lassù nel cielo, oltre le nubi del tempo, oltre il nulla, oltre il tutto, esiste un mondo di magia e di fantasia:
 IL REGNO DELL'INCANTO, 
dove dimorano creature fatate. 
E proprio su una nuvola bianca, vive la 
FATA DELL'AMORE. 
La fatina ha le ali di un rosa delicatissimo, veste  petali di rose scarlatte e ha chiome corvine su cui splende una coroncina di roselline tea. 
Lei vola rapida alla terra dei mortali e facendosi piccola luce, recupera la lettera.
 Sfila una rosa dalle chiome e la tinge, poi agita le ali e sparge cuoricini rosati.
 Felice riporta la letterina sulla terra.
 Al mattino il ragazzo di nobili origini riceve la lettera e sorride contento.
 Corre in pasticceria e compera un cuore di cioccolato bianco che fa decorare con cuoricini ricoperti di carta dorata...il tutto dentro una scatola bianca ...
Dal fioraio compera una rosa bianca con sfumature rosate, e la mette sopra la scatola.... 
bussa alla porta di casa della fanciulla e imbarazzato gliela dona...
"E' UNA ROSA BELLA COME LE TUE GUANCE QUANDO ARROSISCI..".le dice
La ragazzina è al settimo cielo.....
...la fatina dell'AMORE sorride nascosta dietro le nubi...

(Racconto di Mara Cuttica) 






INCONTRO

Giorno dopo giorno, dalla mia finestra, vedevo il vento danzare fra i rami dell'acero rosso (ora color rubino) spogliandolo dalle sue bellissime foglie e rendendolo nudo.
Solo rami e tronco rugoso...che tristezza!
Aveva perso la sua maestosità, la sua allegria, che ogni giorno mi faceva compagnia.
Una mattina, vidi la prima brina brillare sui tetti delle case, sull'erba e su l'unica fogliolina rimasta del mio acero. 
Il primo freddo era venuto!
Uscii subito e vidi che la fogliolina era caduta, la toccai e....com'era fragile e leggera!
 Mi si sbriciolò tra le dita...
polvere d'argento volò nell'aria formando un arco.
Non credevo ai miei occhi, era successo a me, proprio a me! Una voce sussurrò: 
"Sono la fata del primo freddo, detengo le chiavi per entrare nel mondo di magia. Mi credi Marlen?"
"Eccome! Anche se non vi vedo IO CREDO...sento che siete vicinissima al mio acero"
"Vero il nostro amico comune mia cara! Guarda in giù e troverai una chiave"
Guardai e vidi una piccolissima chiave d'ottone...ma era troppo piccola, 
che porta mai avrebbe aperto?
La presi e per istinto o intuizione la poggiai al tronco dell'acero che si aprì, rivelando gradini erosi dal tempo. Scalino dopo scalino andai giù. Quanti erano! Ne contai 51...come i miei anni! Che coincidenza! Alla fine trovai una luce accecante, bianca, un giardino d'inverno, e seduta su un sasso, una creatura fantastica dalle ali traslucide. Indossava un abito che andava dall'azzurro al perla, aveva occhi di cielo, chiome di luna e tra le mani la piccola chiave.
"Sono la fata del segreto" mi disse "Io so che tu hai un desiderio da tanto tempo, 
desideri vedere un'amica che è lontana, molto lontana, 
il suo nome è come una musica tra di noi creature di magia...
Fata Moony."
"Si, è vero vorrei vederla, non solo sentirla ...ma lei è anche Sonia, una persona del mio mondo"
"Vero, ma per l'amore che porta al mondo fatato, le è permesso viaggiare nei mondi. Tieni la chiave, la magia e il tuo cuore faranno il resto"
Come ebbi di nuovo la chiave, la poggiai al cuore ...batteva così in fretta !!! Pensai a lei, a Sonia,
 al suo dolce sorriso...
chiusi gli occhi, chinai il capo e ....
mi sentii stringere, abbracciare, e seppi che era Lei, la mia amica tanto attesa!!!
Mi girai e un'emozione così intensa mi prese che piansi di gioia.
"Mia Marlen" mi disse "Ora siamo insieme! un'ora soltanto abbiamo, 
questo le creature di magia ci hanno concesso!"
"Può bastare amica mia, sorella che non ho mai avuto...andiamo!" risposi
Tenendoci per mano, guardammo le meraviglie di quel posto. I fiori blu, in un attimo diventarono splendide fate che ridevano agitando le ali di luce. La loro polvere d'oro,cadendo su di noi, diveniva polvere candida, leggera come neve e brillava come piccoli diamanti. Le parole non servivano, guardavo la mia amica cercando di imprimermi il suo viso nella memoria per poi ricordare quel momento PER SEMPRE. Ci sentivamo a casa! Un folletto spiritello di fumo ci fece lo sgambetto e cademmo nella neve soffice ridendo come bambine, ma l'orologio del tempo si fece sentire...
TIC TAC TIC TAC
 ...l'arco luminoso apparve...
"Sonia quanta gioia mi hai dato!" le dissi
"Anche tu mia Marlen" rispose lei "Ti voglio un mondo di bene...non dubitarne MAI!" 
Ci abbracciammo forte forte, e fui di nuovo vicino all'acero...
in mano la piccola foglia coperta di brina.
 In lontananza sentivo ancora le risatine delle fate e la voce della mia amica...
MI MANCHI DI GIA'....

(Racconto di Mara Cuttica)






ARRIVA L ' AUTUNNO 

Se passi il ponticello di legno verniciato di bianco sotto cui scorre il fiume impetuoso, entri in un mondo incantato. 
Ti lasci alle spalle rumore e cemento di città. Devi avere l'occhio attento e un udito fine per poter vedere le meraviglie di questo luogo al di fuori del tempo e dello spazio.
E' la dimora delle creature fatate ...vivono qui da millenni indisturbate perchè i loro poteri hanno chiuso e sigillato i sentieri fatati, ma alcune volte fanno un'eccezione...
Ed è proprio quello che è successo a me: 
carissima fanciulla, dopo aver letto tutto quello che si poteva trovare in giro su queste creature, ho deciso di provare ad entrare e a bussare alla loro porta.
Strano, ma i sentieri si sono rivelati...i vecchissimi alberi sentinelle di quel reame antico, mi danno il benvenuto muovendosi come ballerini nel vento di magia. Che meraviglia! La quercia maestosa da grande regina solleva il suo magico volto ...foglioline sui rami si alzano come capelli di una gran dama...vicino alle radici gli ultimi fiorellini giallo paglierino alzano il capo e adornano il tronco rugoso che magicamente diventa un busto di donna...ciglia fremono su occhi di cielo ...una boccuccia color ciliegia soffia sopra i piccoli soffioni bianchi che volano nell'aria frizzante ...
Volano come ballerini ....nel cielo color zaffiro!!!..
Tra quei petali finissimi escono fatine in veli candidi, leggeri, trasparenti. Hanno ali traslucide, capelli che variano a seconda dell'albero dove si posano, rossi come le foglie dell'acero, rubino come quelle dell'olmo e oro come le betulle.....
La bella dama apparsa dallo spirito della vecchia quercia non è altro che MADRE NATURA che porta l'autunno nella TERRA D'INCANTO. Ma qualcuno di molto piccolo si aggrappa con tutte le sue forze al salice...è fatina Girella, una fatina piccina, deliziosa, dai boccoli ramati dove fiorellini di nocciolo e tralci d'edera ne adornano il capo. Ha ali color del tramonto screziate di giallo come il vestitino dove scendono petali di foglie lucenti....proprio quelle del girasole... il fiore da cui è nata Girella...
"Non portare via tutti i fiorellini vento dispettoso devo farne mazzolini per le bianche ragazze ...le usano come cappellini per i figli delle fate grandi!!!."disse Girella al vento
"Va bene piccina" rispose lui "Per te faccio un'eccezione...e mi fermo un momento a godermi gli ultimi raggi caldi del sole ..."
Girella vola leggiadra di campanula in campanula cogliendo i fiorellini azzurri. Alzando la gonnellina, la riempie e sembra lei stessa un delizioso fiore spuntato per magia!!!...
Dai soffioni sono rimasti gli steli verdi che riposano ora sul terreno. Ecco che uno gnomo dal cappello a cono rosso arriva con una piccola carriola quasi inciampando nella lunga barba bianca e sistemandosi gli spessi occhiali sul naso a patata, li raccoglie...
"Geremia Geremia che fai con quei teneri steli?"..chiede fatina Girella
"Mi servono per i tettucci delle casine del Querceto ....sai quest'inverno farà freddo e loro conservano tutto il calore dell'estate"
"Sempre saggio Geremia..."..sussurra una voce gentile e armoniosa...
E' la bella dama , MADRE NATURA a parlare...
Ma già il vento torna e la bella dama ritorna nello spirito della maestosa quercia....le fatine volanti insieme danzano su tappeti di foglie multicolori formando un cerchio candido, perfetto... Sembra un grosso fiore con al centro un cuore dorato. Polvere dorata esce leggera leggera ...è la magia dell'incanto che si rivela ai miei occhi.
Ma fatina Girella dov'è?  Non la vedo più!!!....seguo le impronte piccine e noto una bella casina di pietre rosate con il tetto di tegole rosse. Eccola che dona i suoi mazzolini alle bianche ragazze . Le baby sitter delle fate. Felice nel crepuscolo dorato dei colori del tramonto si addormenta sotto il salice che il vento sta spogliando. Foglioline piccole si posano su di lei come una calda copertina. 
Silenziosamente ritorno sui miei passi e lascio quel luogo di PACE E ARMONIA....il cuore mi pesa, non so se mi sarà permesso di tornare!!!....Ma lascio ugualmente la mia richiesta sotto una pietra liscia ...UNA PIETRA DI FATA...chissà se Geremia non trovi il mio bigliettino!!!...

(Racconto di Mara Cuttica)






LA FATINA DEI SOGNI...

In una fredda serata invernale in un mondo incanto, alimentato dai sogni dei bambini, una piccola fatina con ali grandissime volava nella tranquilla e serena notte scura ...
Mentre svolazzava, una luce calda attiro' la sua attenzione: la luce proveniva da una casetta vecchia in legno. Incuriosita, si avvicino', e al suo interno vide una bimba con una lunga treccia bruna... 
La piccina di nome Angelica aveva indosso dei vecchi vestiti, la sua cameretta era spoglia, una candela serviva per illuminare la stanza...
La fatina dei sogni decise di lasciare un piccolo dono sul davanzale della finestra: una noce...
Angelica il giorno dopo si svegliò e la trovò e da quel momento al suo risveglio la bimba su quel davanzale trovò sempre dei piccoli doni come un seme, una noce, un fiore, una ghirlanda intrecciata, tutti piccoli doni, semplici,  ma erano lì sempre ad augurarle il buon giorno e per strapparle un sorriso...
Finché una notte la bambina non riuscendo a dormire, vide sul suo davanzale la fatina che depositava l'ennesimo pensiero per lei. Angelica rimase in silenzio per non spaventare la piccola creatura alata.
La sera seguente la bimba mise sul davanzale un biscotto al cioccolato ...
Questo scambio di piccoli doni continuo' per anni...
Oramai la treccia di Angelica era diventata lunghissima e bianca, ma la fatina non saltò mai un giorno a farle visita ...
A volte i piccoli gesti valgono piu' di mille parole...

(Racconto di Jessica Vizzini)





LA FATINA QUADRIFOGLIO

CHI TROVA UN QUADRIFOGLIO SARA' FORTUNATO!....ebbene si miei cari lettori, è PROPRIO COSI'....

Un giorno di fine maggio, nei campi brullosi dietro palazzi di cemento (dove c'era pochissima erba) trovai per caso, o perchè quello era il mio destino, un quadrifoglio.
Profumava di bosco, di resina, di fiori, insomma di tutto quello che nella mia città non vi era. 
Me lo infilai tra i miei corti capelli e mi persi nei miei sogni ad occhi aperti vedendomi in un bosco segreto magico.
Perbaccolina ero proprio lì nel bosco! Le fronde mi accarezzavano le gote, il vento giocava con i miei capelli che erano cresciuti come quelli di una principessa, la luce del sole creava giochi di ombre e luci e nell'erba tra trifogli verdissimi, vidi una bellissima minuscola fatina che dormiva.
Aveva ali traslucide, un cappellino di campanula celeste, lunghi capelli di luna, veste di tralci di edera dorata. Un vento magico ( non poteva esser che così) la svegliò....e mi sorrise, invitandomi a sedere accanto a lei.
Ma io ero grande, così la presi in mano. Tenera, dolcissima come una rosellina in boccio, mi guardò con occhi del colore del mio quadrifoglio e ...meraviglia, alzò una manina dove scintillò una bacchettina verde a forma di quadrifoglio!
"Tieni" dissi dandole il quadrifoglio "E' tuo, è di questo mondo, lo sento che è così!!!"
"Grazie" rispose la fatina "l'avevo smarrito volando sopra il vostro mondo, ma non avevo timore, sapevo che prima o poi qualcuno dal cuore buono e che crede nella magia di fiaba, me lo avrebbe riportato...
..ti chiamerò..Principessa dei sogni"....e volò nel vento di magia la bella fatina.
Aprii gli occhi e mi ritrovai di nuovo nel campo brullo ma.....meraviglia! il campo  non era più brullo, ma ricoperto di fiori: roselline, violette , margheritine, mughetti....
la magia delle fate le aveva fatte sbocciare !!!

(Racconto di Mara Cuttica)







IL SEGRETO DELLA PORTICINA FATATA

Il mondo della magia delle fate e della fantasia, si può rivelare ovunque ci sia natura. Il passaggio per arrivarci può essere camuffato sotto un sasso, dietro un albero, oppure nelle radici di una grande quercia in un bosco silenzioso...ed è proprio così che inizia la mia magica storia.

Tra le radici vecchie di secoli della quercia nel BOSCO VERDE, c'è una piccolissima porticina contornata da edera e da funghetti color corallo .....chi ci potrà mai entrare? è così picccina!

Caro viandante che mi segui, aspetta e vedrai l'impossibile!

Una farfalla dalle ali arancioni si posa vicino alla porticina, una luce si forma attorno alla farfalla che diventa grande, bellissima! Ha i capelli bruni, occhi di cielo e un abito di velo verde....è una Fata...fata Cuor d'oro!
La fata dalle ali arancioni prende da una foglia di quercia, una chiave antica, e apre la piccola porticina di legno.
Cuor d'oro diviene materia invisibile, piccolo puntino luminoso e entra nell'albero. Con lei veniamo attirati anche noi in un vorticie di luce...cieli azzurri, colline ondulate e prati in fiore. Nel bosco dell'incanto, ai piedi di antichi pioppi, ci sono dei funghi dal grande capello bianco, sotto i quali ci sono altre creature fatate con ali traslucide, capelli neri, abiti dei colori dell'arcobaleno: sono fatine. Con loro ci sono dei follettini dalle ali d'argento...indossano pantaloncini e berrettini di foglie.
Ecco che dalla luce del sentiero, arriva la fata dalle ali arancioni
"Piccoli che fate?"
"Danziamo" rispondono le piccole creature "Giochiamo, fatina bella"
"Bravi! Ma attenti a non rovinare messer fungo" raccomanda la fata "è un dono di madre natura!"
La bella fata vola dolcemente portata dal vento, si posa sui fiori del prato e vede la fatina Gigliola che danza felice con in mano il suo fiore pereferito...il giglio rosa. La fatina ha i capelli ricci color del rame, è tutta vestita di petali di fiori rosa e vola in alto per poi ridiscendere in basso, in una eterna danza.
La fata dalle ali arancio dice:
"Come profuma il tuo fiore Gigliola! Custodiscilo bene, innaffialo e controlla le sue radici" 
"Si mia fata Cuore d'oro, lo farò!"
La bella fata continua il suo viaggio volando fino all'albero delle nocciole, dove incontra folletti dalle scarpe a punta rosse, capellini che sembrano nocciole e grandi ali trasparenti. Con loro c'è una bellissima follettina vestita d'oro come i suoi capelli lunghi e ali d'argento con striature dorate.
"Sono mature le nocciole?" chiede Cuor d'oro ai folletti 
"Non ancora, stiamo giusto attendendo il momento per scuotere l'albero."
"Folletti, miei piccoli sbadatini, quando il nocciolo sarà pronto ve lo dirà lui... non scuotetelo, lo farete star male! Lui vive e respira come noi"
"Si siii fatina" rispondono con il capo chino i folletti
Il sole è ancora alto, fa caldo, e Cuor d'oro vola alla radura incantata dove trova distesa su una foglia d'erba una fatina dai capelli ramati intrecciati con perle, le ali argentate risplendono. Dorme beata la fatina,  cullata dalla brezza fresca...farfalline le svolazzano attorno e piccoli germogli d'erba tenera brillano...
"Fata Germoglina che caldo!" esclama Cuor d'oro 
La bellissima fata si sgranchisce le membra e vede Cuor d'oro 
"Sorella, vuoi riposarti un pò nella mia dimora? tra l'erba dell'incanto si sta bene... è fresca!"
"Ma si, posso concedermi un riposino" risponde Cuor d'oro, e si lascia cadere tra le foglie color smeraldo.
Il sole con i suoi raggi illumina il regno della magia e la fata Cuor D'oro chiude un attimo gli occhi...ma  come li riapre, si ritrova nel BOSCO VERDE divenuta farfalla dalle ali arancioni

"..anche oggi è andato tutto bene, la magia è ancora intatta, i bimbi credono alle fate, e il nostro mondo continua ad esistere!

(racconto di Mara Cuttica)




COME NACQUE UNA FAVOLA...

Nell'angusta bottega di un vecchio signore, che un tempo si occupava di rilegare antichi manoscritti, il tavolino da scrittura con penna e calamaio erano pronti.
Pagine bianche di filigrana sottile attendevano. Il vecchio signore si siede e intingendo la penna d'oca nell'inchiostro, comincia a scrivere la sua prima favola...
C'ERA UNA VOLTA .......
Ma la mente ritorna indietro nel tempo a quando era giovane e tanti sogni gonfiavano il suo cuore: il profumo della colla e l'odore del cuoio. Tra le mani aveva un antico libro di fiabe: principesse, orchi, fate madrine e draghi ne erano i personaggi.
"Come sarebbe stato bello" pensò il vecchio signore, "se l'avessi scritto io quel libro!!!"
La penna d'oca comincia a scrivere, mossa da una mano invisibile.
In una foresta millenaria e poi...
Lui non è più nella bottega, si sente trasportare sulle ali di un vento strano, magico, proprio nella foresta di non so dove. Impaurito si nasconde in un cespuglio... ed ecco che vede arrivare una bimba bella dai lunghi capelli biondi. Indossa un vestitino azzurro con una gonna ampia, sotto il braccio tiene una borsetta rosa da cui estrae un fischietto dorato che produce un suono argentino. Tra le fronde di alberi secolari, una luce illumina la foresta... due grandi pagine ingiallite dal tempo sono lì come due porte fatate. La bambina recita così:
" APRITI O REGNO ANTICO!" e le pagine si aprono rivelando un mondo incantato. Svelto il signore anziano segue la bimba senza farsi accorgere e si nasconde di nuovo dietro un frassino. Una radura erbosa si rivela, un prato di velluto color smeraldo dove spuntano fiori bellissimi. La bimba si dirige verso un fiore a forma di trombetta color delle perle screziato di blu, le foglie lanceolate e lo stelo lungo . Al tocco della manina della bimba il fiore si apre rivelando nel suo interno una piccola farfallina dorata. 
Il fiore pulsa di luce propria e la bimba ne è avvolta. Ma quando la luce svanisce, al suo posto c'è una bellissima creatura dalle ali blù spruzzate di oro e di argento, occhi color delle viole e capelli color del mare. La sua pelle è di un verde tenero e veli trasparenti la rivestono. Si china sul fiore e sussurra con voce melodiosa..
"PICCOLA FATA APPENA NATA, ECCO LA LUCE DELLA FATA DEI FIORI....DESTATI DAL TUO SONNO E VOLA"
La fatina vola leggera nell'aria. La bella fata prende dei pistilli dal fiore di genziana e li soffia nell'aria facendoli ricadere su altre genzianelle chiuse. Ancora la voce melodiosa dice...
"RIPOSATE MIEI PICCOLI FIORELLINI, PRESTO AVRO' BISOGNO DI VOI"
La luce l'avvolge di nuovo e ridiviene la bimba dal vestito azzurro che saltellava felice nella foresta... nei capelli ha un fiore di genziana blù. Il vecchio signore si ritrova al suo scrittoio con la penna d'oca in mano e scrive il titolo : LA FATA DEI FIORI. Come termina la favola, si sente felice. La sua storia avrebbe cullato i sogni di molti bimbi piccini.  "Ma chi ringraziare?" si chiede l'anziano signore!
....Un profumo di fiori invade la stanza, ed egli sa con certezza che è stata la fata dei fiori. 
Corre alla finestra e la vede che vola leggiadra nella notte buia. 
...PER SCRIVERE FAVOLE BISOGNA CREDERE NELL'IMPOSSIBILE, COME IL VECCHIO SIGNORE...

(Racconto di Mara Cuttica)



PERSA NEL BOSCO...

Ritornando a casa, mi accorsi di essermi smarrita nel bosco che stavo attraversando da un tempo indefinito. Come un sipario nero e scuro stava scendendo la notte  e io non sapevo come uscire da quella boscaglia. 
Cercai di tornare indietro, ma mi sembrava di girare in tondo, oramai avevo perso la cognizione del tempo.
Mi tornavano in mente tutti i pensieri brutti che riguardano i boschi: mostri,lupi cattivi e animali aggressivi, non sapevo cosa fare  ero nel panico...
Mi accovacciai sotto un albero per riprendere un po' fiato con la speranza che di lì passasse qualcuno. Con la schiena appoggiata al tronco, sentivo il mio cuore battere fortissimo, ogni piccolo rumore si amplificava.
Ecco un altro rumore fortissimo, non so il perchè, ma istintivamente mi misi a correre all'impazzata senza una meta.
Dopo un po’ inciampai e caddi  tra le erbacce, mi girai subito per trovare un appiglio e dietro di me una luce mi abbagliò: una piccola creatura alata era davanti a me, ero come ipnotizzata da lei...
Decisi allora di seguirla e in un attimo mi trovai davanti al sentiero che mi avrebbe riportato a casa...
In seguito tornai spesso nel bosco con la speranza di rivederla, per ringraziarla, ma non la rividi mai piu'. Ma  sotto quell'albero usato come rifugio da me quella notte, lascio sempre qualche biscotto...sono sicura e certa che lei li troverà...

(Racconto di Jessica Vizzini)



RICORDI DI UNA BIMBA

Che bello la scuola è finita, e come tutti gli anni, passerò l'estate della cascina dei nonni materi...
Io mi diverto tanto con i nonni!  Ci sono anche tutti i miei cuginetti... in tutto siamo in nove e poi il cortile è grandissimo e ci sono molte specie di animali...
L'abitazione è molto grande, con molte stanze ed ha due entrate anche se tutti noi usiamo solo l'entrata secondaria, quella che porta in cucina perchè si affaccia direttamente sul cortile. L'entrata principale non l'ho mai vista aperta e sinceramente non ho ancora capito dove porti...va beh, per scoprirlo avrò tutta l'estate...
Dopo tanti giorni di caldo afoso finalmente è arrivato un forte temporale. I miei cugini sono tornati tutti a casa ed io sono rimasta dalla nonna, non avevo voglia di tornare in città, preferivo rimanere in cascina...
Ad un certo punto un tuono fortissimo irrompe nella stanza e la luce salta, e si sa che quando salta in cascina prima che ritorni  possono passare ore, a volte anche una giornata intera...
Che noia però, non cessa di piovere e senza i miei cuginetti non so proprio cosa fare... La nonna e il nonno sono usciti un attimo, sono andati armati di torcia nella torretta esterna alla casa per vedere se riescono a riattivare il generatore di energia...
Beh allora tutta sola e soletta decido di scoprire dove la porta principale conduce...
Eccomi qui davanti alla porta.  Non noto nulla di particolare, solo una semplice vecchia porta scricchiolante...
Beh rimane solo da girare la chiave e aprirla...
Vengo immediatamente trasportata in un giardino incantato, ma come è possible, non fa parte della tenuta e poi fuori piove, qua splende il sole e nel cielo volano meravigliose creature alate, bianchissimi unicorni e maestosi draghi, e attorno ai fiori danzano gioiose  fate e folletti. Nella grande fontana saltano maestose le sirene... deve essere una fontana magica che porta direttamente al mare ...
Ad un certo punto sento la nonna che mi chiama. Chiudo la porta ma mi dimentico di girare la chiave. La nonna se ne accorge subito, fa tre giri di chiave, si volta verso si me e mi strizza l'occhio e mi sorride...
In ogni momento libero torno ad aprire quella porta per me incantata e ogni volta mi appaiono scenari diversi e meravigliosi...

Vi svelerò un piccolo segreto... quella bambina ero io...Shhh, non ditelo a nessuno!

Gran parte del racconto è vita reale,  il resto sono fantasie di una bambina...o forse no!

(Racconto di Jessica Vizzini)



UN LUOGO DOVE SOGNARE.....

Sonia, una bambina dai capelli rossi e tante lentiggini, abitava nel sud dell'Italia e raccontava 
sempre ai suoi genitori che vedeva le fate. Ma loro le dicevano 
- Tesoro, non esistono, saranno farfalle quelle che vedi!-
Ma lei era convinta, sicura di ciò che vedeva e sentiva: un alito di vento che muoveva l'erbetta quando l'aria era immobile, un profumo che non era dei fiori del giardino di sua mamma,la luminosità di quelle figurine eteree che le danzavano attorno. 
Crescendo non lo disse mai più, ma non scordò mai quel che vedeva da bimba. Sposò un uomo gentile che le aprì un negozio di statuine bellissime: elfi, gnomi, fate, pixies e folletti che lei chiamò LA BOTTEGA DEGLI ELFI. Furono anni felici nel negozio dove si sentiva a casa sua, nel mondo che tanto agognava di vedere! Ma purtroppo dovette vendere il negozio, i figli si sposarono e lei rimase sola con il marito. Avendo tempo a disposizione, comprò una casina in campagna dalla porta laccata di rosso. Sul retro c'era un bel bosco,vi andava appena poteva senza che nessuno lo sapesse.
E in quella tranquillità  disegnò quello che non aveva mai scordato da bimba: sotto le sue abili mani  uscirono disegni di fate bellissime con capelli fluenti color dell'oro, con lineamenti delicati, con abiti vaporosi e con ali di luce. Le immaginava vicino ad un castello dalle pietre rosate, insieme, nel bosco, con i folletti dai visini dolcissimi, con capellini a forma di fiore, in riva a laghetti d'argento, volare sopra alte querce dove gnomi dalle barbe  argentee curavano i piccoli animali. La casina si riempì di disegni splendidi. Sul tavolo sempre un blocco e una bellissima scatola di colori dalle mille sfumature.
 Un giorno mentre passeggiava nel bosco, vide  che nel tronco di un vecchissimo salice si stava formando una porticina ....un alone argenteo illuminava tutto il bosco e ancora sentì quel profumo mai 
dimenticato!!! Voci come campanellini di argento la chiamavano con il nome che lei sentiva da piccola 
e che firmava i suoi disegni:
- MOONY MOONY vieniiii -
E lei entrò in quella magica porta. Si ritrovò nello stesso paesaggio da lei stessa disegnato, vide la radura dei fiori con piccole fate che innaffiavano tuberose, margherite e violette. Elfi  dai lunghi capelli color di luna , che camminavano silenziosi nei sentieri frondosi, funghi dal gran capello dove spuntavano i folletti da lei disegnati. La presero per mano conducendola  sull'altura più alta dove là vide il castello avvolto da un alone dorato. Le sue mura merlate erano ricoperte di minuscoli fiorellini bianchi. Li annusò,  era il profumo mai dimenticato. Poi le vide: le belle creature avvolte da una luce argentea che volavano lievi e leggiadre.  
- Benvenuta MOONY nel mondo che ami tanto, e grazie di avere creduto in noi! -
Sonia rimase senza parole ma osservò tutto. Un attimo e fu di nuovo nel bosco silenzioso. Ritornò alla casina, fece tanti disegni di quello che aveva visto e scrisse favole su le abitudini di quelle magiche creature. 
Un amico le regalò una piantina dicendole
- E' un piccolo cespuglio di biancospino -
- Grazieee - rispose lei e lo mise sul balcone e nella notte, quando qualche volta dormiva  nella casina, vedeva sui fiori del piccolo cespuglio dei puntini luminosi.
Erano le fate che vegliavano su di lei...

(Racconto di Mara Cuttica)




FATA LUMIER

Nel mondo dei sogni, si racconta di una fata che custodisce una magica lanterna...
La fata di nome Lumier è nata con il compito di dare luce alle stelle, alla luna a gli astri e a tutto cio' che emana anche solo un barlume di luce...

<<Cari viandanti non temete se vi perdete nel bosco e vedete una luce che vi indica la via, sono io che sono corsa in vostro aiuto; portate fiducia, seguitemi e in un baleno vi riporto sulla via>>

Il suo potere deriva fin dalla notte dei tempi e ad alimentare il suo potere è la speranza degli uomini nel mondo delle fate...

Dopo una bellissima giornata di sole cala la notte, e mentre il bosco si addormenta, ecco Fata Lumier svegliarsi e in un baleno pronta al suo compito...
Luce, luce dolce e leggiadra ovunque, la luna non aveva mai brillato cosi'...
L'unico  luogo che non veniva illuminato era un andro oscuro, buio, dove viveva una strega nera di nome Miranda. Non si conosceva molto di lei, oltre il suo nome si sapeva che vagava nella notte invocando antichi incantesimi ...
I giorni e le notti si alternavano. Arrivo' l'inverno e poi finalmente la primavera. Una notte calda e lunga, Lumier si fermò per bere in un ruscello. Poso' la sua lanterna accanto a lei,si disseto' e quando si giro' a prendere la lanterna non la trovo' piu' ...
Il buio piu' nero e fitto mai visto calo' sul regno,Lumier era disperata, in lacrime, non  sapeva come fare...
Ad un certo punto arrivò la vecchia strega che udendo le sue lacrime capi' che c'era qualcosa che non andava. Rassicurò e consolo' la Fata e con un piccolo incantesimo rivelatore, scovò la lanterna che semplicemente era scivolata in fondo al ruscello...

<<Cari viandanti non potete capire che paura che ho avuto, da ora in poi mi legherò la lanterna al polso con un nastro per non perderla piu'. Promesso... parola di Fata>>

Per fortuna tutto tornò come prima nel bosco, solo una cosa cambiò: l'amicizia sincera e profonda tra la Fata Lunier e la strega Miranda...

(Racconto di Jessica Vizzini)




FATA MELINA

C'era una volta una dolcissima fata di nome Melina che credeva alle favole...
Era una fata che si era perduta in un mondo che nulla aveva a che fare con la favola che fu scritta per lei.
Ansiosa di ritrovare il suo bosco fatato, ella si mise in cammino, portando con sè solo una lucerna.
Fata Melina era molto impaurita,lungo il tragitto riposò in giacinti di fortuna, nelle incavature di alberi, nei boccioli di fiori, nelle grotte...
La strada da percorrere era lunga e piena di insidie: streghe cattive e draghi stregati... 

Un giorno,stanca e affaticata, vide all'orizzonte un magnifico bosco, con due alti alberi circondati ma un tappeto di fiori variopinti. Lì, il sole splendeva sempre, di giorno e di notte, e i grandi alberi creavano ampie zone d'ombra, nelle quali si poteva trovare ristoro.
All'improvviso ecco sbocciare i fiori e dall'oro interno spuntarono le prime fate che corsero ad accogliere la nuova arrivata ...
E così... giunse al termine la sua favola...

(Racconto di Jessica Vizzini)







LA FATA FELICE

C’era una volta Sinfonia, una Fata dei fiori bellissima, che viveva in un tronco di un albero in un bosco, ma molto lontano dal prato delle fate. Sinfonia trascorreva la maggior parte del tempo da sola, facendo quello che di solito fanno le Fate dei fiori: seminava, trasportava la rugiada, dipingeva di colori meravigliosi i fiori. Ma si annoiava tantissimo, voleva condividere con altri esseri fatati le sue passioni.
Arrivò un giorno in cui la Fatina stanca della solitudine si fece coraggio,e si mise in viaggio per raggiungere il prato delle fate dei fiori. Caricata di mille pensieri partì alla volta del prato. Il viaggio fu piuttosto lungo, ma tutto sommato divertente... 
Quando arrivo' a destinazione  venne accolta con entusiasmo e finalmente la fatina potè riempire  il vuoto nel profondo del suo cuore...
Quando fu ora di tornare nel suo albero nel bosco, Sinfonia si disperò. Solo l’idea di essere di nuovo da sola e di tutto il silenzio che regnava nel bosco le fecero venire le lacrime agli occhi. Arrivò un  principe elfo ad asciugarle le lacrime e ordino' che l'albero fosse trasferito immediatamente in nel prato!
Da quel giorno Sinfonia visse felice nel suo albero nel prato e potè finalmente vivere come tutte le fate dei fiori...
...e  tra lei e il principe degli elfi nacque anche l'amore... 
Eh si, divenne la fata piu' felice del prato incantato...

Racconto di Jessica Vizzini





L'ANELLO INCANTATO


Nel reame di Collefiorito, viveva la  minore delle figlie del re, Angelica, bella come la primavera in boccio. Aveva lunghi capelli  dai riflessi dorati e pelle di velluto, ma non si accorgeva di essere bella e si vestiva con semplicità. Indossava abiti di lino con qualche ricamo e poi via nella foresta  vagabondando per i sentieri frondosi dove le sembrava che i vecchi alberi la salutassero. Il suo luogo preferito era una fonte di acqua nel profondo della foresta...( nessuno conosceva quel luogo, solo lei).
Seduta vicino ai sassi lisci, mentre guardava l'acqua limpida, all'improvviso sentì un rumore 
di rami spezzati, si giro' e vide un cavaliere giovane, bello, con due occhi color delle nocciole dove il sole aveva messo pagliuzze dorate. Era vestito con un farsetto e gambali di pelle, sui pantaloni di velluto, una spada al fianco.
- Scusami madamigella - disse - non sapevo che anche tu conoscessi questo posto - e la  bellezza di lei gli catturò il cuore, tanto che le offrì una campanula celeste che era fiorita proprio in quel posto. A quel gesto così gentile Angelica arrossì e  il suo cuore battè d'amore per il bel cavaliere. Mano nella mano tornarono alla reggia dove Angelica presento' al padre il giovane  
- Lui è Henry padre -
- TUUU TUUU come osi venire nel mio regno, figlio del re di Terrarotonda - disse il re
- Sire,  non sapevo che lei fosse vostra figlia, ma non mi importa, io la voglio sposare!!!-
- Giammai - tuonò il re - fuori di quì'..SUBITOOOO!!! -
Il cavaliere andò via  con il cuore a pezzi!
L'indomani, Angelica andò alla fonte e lo trovò. Lui aveva fra le mani un fascio di campanule celesti...Improvvisamente dalle acque scintillanti emerse una creatura  bellissima. Aveva ali di luce, chiome di luna, abito di perle azzurre.
- Sono Celeste - disse - la fata custode di questa fonte dei desideri...dove ci sono le campanule esiste il mondo dell'incanto, miei cari! -
I giovani si inginocchiarono e dissero 
- Vorremmo sposarci, ma i nostri genitori litigano per le terre di confine!!-
La fata Celeste rispose
- Prendete questo anello che viene dal mondo fatato, esso ha il potere di farvi venire qui quando sognate, così vi vedrete... non posso fare altro!!!- e sparì  
Henry mise l'anello  nelle mani di Angelica e la magia fece il suo incanto. I giovani di notte quando la luna brillava, in sogno si ritrovavano ma al mattino erano tristi, sempre più tristi, finchè il padre  di Angelica non le disse
- Bambina cosa c'è ? -
- Padre - rispose la ragazza -voglio sposare Henry!-
Il re, guardando quegli occhi uguali a quelli della defunta moglie, si commosse e disse 
- E sia! -
I giovani si sposarono e Angelica ebbe dal suo Henry un mazzolino di campanule celesti che diffuse nell'aria il dolcissimo profumo della foresta dove c'era la fata CUSTODE DELLA FONTE DEI DESIDERI..

Racconto di Mara Cuttica




LA FATINA prigioniera .....

Adele, una fanciulla dai capelli color carota, scese nella cantina umida della sua casa nella campagna irlandese. Voleva cercare un libro che le era appartenuto quando era piccola per portarlo ai bimbi dell'asilo. Tra bauli polverosi, ragnatele, ragni e scatole ammuffite, vide una sottile lama di luce uscire da un cassetto di un piccolo comò laccato di rosa, che era stato nella sua camera da bambina. Aprì il cassetto e vide stesa quasi senza vita, una fata dalle vesti sudice. Aveva i capelli neri come la notte,le ali quasi senza più polvere fatata e gli occhi color dei fiordalisi la supplicavano di riportarla al suo mondo. Adele si era dimenticata delle favole delle fate e del loro mondo, ma all'improvviso, ricordò una frase letta tanti anni prima su come salvare una fata. Batte' le mani più volte e la fatina piano piano si alzò. Adele continuò a battere le mani finchè le ali della fatina divvenero trasparenti e rilasciarono polvere di fata splendente.
"Ti ringrazio piccola Adele, guarda dentro la porticina del comò e troverai il libro che cerchi."disse la fatina 
La fanciulla aprì il comò e trovò il vecchio libro pieno di polvere. Con uno straccio lo spolverò e la fatina sternutì facendo volare via tutta la polvere. 
Era "Il Libro delle Fate" e sulla copertina era disegnata la figura di una fatina uguale a quella che le era davanti 
 "Mi sono dimenticata, mi dispiace fatina..".e lacrime di sincero pentimento piovvero dai begl' occhi di Adele.
"Vero piccola, quando un bimbo dimentica le fate dei suoi racconti, noi moriamo...Ora segui con me la scia di polvere di fata."
Così fece  Adele e si ritrovò in un bosco meraviglioso, smeraldino, dove in una grande quercia dal mantello frondoso c'era disegnato un occhio verde scuro.
"Vedi Adele, attraverso quell'occhio dello spirito della quercia fatata, noi siamo passate nel regno incantato di Bosco Verde. Seguimi!" disse la fatina, che mentre volava, il suo abito aveva preso i colori del cielo. Saltellando di tronco in tronco la fanciulla vide sotto di sè cascate e fiumiciattoli canterini, dove guizzavano pesciolini dorati. Alla fine del sentiero di tronchi Adele vide su una rocca scintillante come una pietra preziosa il castello delle fate. Era candido, avvolto da una luce sfolgorante, i bincospini cantavano 
"SPERIAM NOI CHE VOI NON DIMENTICAR MAI ..."profumando l'aria..
Fiori di ranuncoli color del sole piovvero assieme alla passiflora dalle corolle violette che allargandosi, sembravano farfalle..."FIDUCIA IN TE NOI ABBIAM.."cantavano...
"HO capito" disse Adele e fece un bell'inchino ai fiorellini.
"Ora vai bambina e porta ai bimbi questo nostro messaggio" disse la minuscola fatina che vestiva  veli azzurri.
Adele fece il percoso a ritroso come se tornasse indietro nel tempo e nello spazio, e si ritrovò nell'asilo. Si sedette su un piccolo banco, fra le mani aveva il suo libro di racconti fatati e lesse con voce emozionata...
"C'ERA UNA VOLTA MOLTO TEMPO FA UN REGNO INCANTATO DOVE ......"
finì la storia e i bimbi batterono le mani felici. 
La piccola fatina, nascosta dentro un astuccio di colori, sorrise beata...

Racconto di Mara Cuttica




UNA MAGICA PASSEGGIATA


''Mi incammino nel sentiero che porta al bosco, sola con mille pensieri che affollano la mia mente e il cuore malinconico
Oramai sono già diversi chilometri che cammino, ma non avverto nessuna stanchezza o fatica, anzi, sento il mio cuore più leggero e la mia mente  sgombra da pensieri negativi. Mi sento in pace con me stessa e mi sento serena...
Gli alberi maestosi si intrecciano al mio passaggio,creando un vortice,lasciando passare solo giochi di luce..
Mi sembra tutto surreale..
Eccomi alla fine del vortice,davanti a me un bellissimo prato..
Attorno a me all'improvviso appaino delle luci strabilianti con colori indescrivibili:le luci mi circondano,una strana energia mi avvolge con un piacevole calore,ho l'impressione di essere sollevata da terra...
Mi fermo ,mi concentro,faccio un lungo sospiro e vedo che le luci non sono semplici bagliori ma che a produrli sono creature meravigliose,ora si, le riconosco,sono dolcissime fate..
Mia nonna mi narrava di favole in cui c'erano creature fantastiche:sirene,fate,folletti,elfi e altre creature misteriose..
Ma pensavo fossero solo semplici racconti che si narrano ai bambini per farli addormentare,mai avrei pensato che fossero vere..
Mi sembra di vivere in un sogno..
Un meraviglioso sogno..
E se fosse solo un sogno?
Oh vi prego non svegliatemi, lasciatemi qui in questo meraviglioso mondo...''

Racconto di Jessica Vizzini




FATA MELINDA

Nel bosco incantato esistono moltissime fate con altrettanti doni, una in particolare fata Melinda, possiede il dono, molto raro e speciale, della guarigione. Ma  la giovane fatina non sa di possederlo, poichè è ancora molto giovane, e questo  si attiverà solamente quando lei  raggiungerà completamente la consapevolezza del suo dono e del suo ''io''... 
Un giorno nella foresta incantata fata Melinda udì un pianto e incuriosita seguì i lamenti,e ad un tratto vide una fanciulla rannicchiata accanto ad un albero che pregava e supplicava...
Allora fata Melinda si fece coraggio e si rese visibile agli occhi della giovane ragazza e chiese a lei come si chiamasse. Il suo nome era Angelina e piangeva perchè da tempo aveva gravi problemi di vista e il dottore aveva notato gravi peggioramenti destinati a farla diventare cieca...Ad un tratto fata Melinda sentì in lei uno strano calore, una grande forza,aveva capito il suo dono era quello della guarigione accesso probabilmente dal senso di dovere e tenerezza verso Angelina...allora si avvicinò alla fanciulla, pronuncio' le parole magiche, parole che neanche la fatina conosceva ma che il cuore le dettava ''occhi,occhi di rugiada, perle di diamanti,che le tue preghiere diventino realtà''...e tolse alla ragazza i pesanti occhiali e Angelina finalmente distinse chiaramente le immagini che prima ai suoi occhi erano solo ombre sfumate,i  colori brillanti che prima a lei apparivano solo tinte scure e grigie...
Da quel momento fata Melinda acquistò l'uso e la consapevolezza del suo potere e lo utilizzo' con tutte le creature ferite e bisognose del bosco e Angelina le fu grata per tutta la vita, tenendo il segreto custodito nel suo cuore e nella sua mente e non rivelandolo mai a nessuno... fino alla vecchiaia,finchè una notte di luna piena,con le stelle a far da luce,lo raccontò ai nipotini come una semplice fiaba si racconta a un bambino, non svelando mai che la leggenda era vera e che la protagonista era proprio lei...

Racconto di Jessica Vizzini




PRIMAVERA NEL BOSCO INCANTATO ...



C’era una volta una fatina azzurra, molto graziosa nel suo vestito di seta celeste.
 Mentre Volava insieme a tante altre fatine azzurre, disse: 
“Conosco un magnifico prato per far fiorire i nostri meravigliosi fiori''
Ed ecco i primi semi di fiori di viole del pensiero pian piano, a poco poco... eccoli lì spuntare, bellissimi!  Emanano un profumo inebriante...All'interno di quelle piccole viole, che il sole coloriva e faceva diventare sempre più belle,  nascevano  nuove fate dei fiori destinate a creare  fiori diversi. Ed ecco alle viole aggiungersi primole,margherite...
In un attimo il bosco si colorì di magnifici colori, sembrava che il prato fosse diventato un tappeto di fiori,e cosi' arrivarono a popolare il prato anche api,farfalle, coccinelle... beh proprio una grande famiglia! e sugli alberi comparirono i primi germogli e tra i suoi rami ecco ritornare ai propri nidi le prime rondini pronte a far nascere nuove vite...

Ecco finalmente dopo tanto freddo arrivare la sospirata PRIMAVERA!...


Racconto di Jessica Vizzini




AMORE Fatato
FATA GELSY E L'ELFO DELLA LUCE 

In un mondo oltre il tutto, oltre il nulla, dove l'impossibile diventa possibile, dove la meraviglia abbraccia l'illusione della fantasia, là vi è un regno fatato: foreste illuminate dai raggi dorati del sole, boschi misteriosi dove alberi secolari hanno messo dimora, valli ondulate, prati in fiore circondati da salici che fanno da sentinella con i loro rami piangenti.
Proprio nella foresta incantata, vi è una pianta rampicante di gelsomino indiano. I semi li hanno portati gli gnomi dall'oriente sopra un'aquila bianca. Il gelsomino, ha un profumo fragrante che riempie l'aria di dolcezza, ma è anche il simbolo, nel linguaggio dei fiori, dell'unione.
 Da quei fiorellini bianchissimi, nacque la fata Gelsy, baciata dal sole e da una perla di rugiada. Era bellissima, aveva i capelli di fiamma, ali di luce e vestiti di petali di fiore. Amava andare nella foresta sempre nell'ora in cui il sole morente stendeva i suoi ultimi  raggi rossastri sulle cime degli alti abeti, e lì, volando sopra le cime dei grandi alberi, vide una sera un bellissimo animale. Lei, essendo una fata nata da pocchissimi anni, non lo aveva mai visto. Era un cavallo dalla criniera candida fluente, dal corno dorato e da ali di stelle. Sopra di lui un elfo della luce dai capelli di luna, occhi di stelle, orecchie a punta, e un unico pendente al collo: una pietra di perla opalescente. Indossava una tunica di velluto argentato con ricami dorati. Il cavaliere elfico, venne posato sul muschio odoroso della foresta dal bellissimo animale.
- Grazie Uni - disse e lo accarezzò sul muso.
 La fata Gelsy si nascose dietro il suo gelsomino e attese. L'elfo sentì il profumo dei fiori e attirato andò verso di lei. Vedendola così bella tra i fiori che tanto amava, fu travolto da un' intensa emozione che si trasmise all'unicorno fatato che nitrì.
- Vieni bella fata - disse l'elfo.
Gelsy uscì allo scoperto e guardando quegli occhi di stelle, fu presa anche lei da una vertigine. Come attratta da una magia d'amore, si avvicinò all'unicorno e vide che aveva gli stessi occhi del bell'elfo. Salì dolcemente sull'animale che, riconoscendo il fato, rimase immobile
L'elfo della luce si avvicinò alla fata e le donò in pegno del suo amore, la perla che portava al collo. Improvvisamente lucciole luminose illuminarono la foresta, piccoli puntini luminosi danzarono. Erano le  fate piccine che festeggiavano l'unione della fata del gelsomino con l'elfo della luce che altro non era che l'essenza dell'unicorno ritornato nella foresta incantata dopo mille anni di assenza.

Racconto di Mara Cuttica






IL CASTELLO INCANTATO


Nella verde isola d'Irlanda, Maeve, giovane fanciulla cresciuta in una capanna con il tetto di torba, coglieva nel bosco radici appena nate al sole tiepido di primavera...
le servivano per la zuppa della vecchia signora che l'aveva allevata dopo che l'ebbe trovata in una cesta, davanti alla porta di casa sua. Maeve non si era mai fatta tante domande su cui in realtà lei fosse e chi fossero i suoi genitori, c'erano tanti bambini abbandonati nella contea di Meanth! Ma mentre coglieva le radici e le erbe profumate, sentì un soffio di vento che prima non c'era.... si voltò, ma non vide nessuno: solo il brillio di una lama di luce riflessa sulle
foglie di una grande quercia. Incuriosita si avvicinò alla quercia e subito si sentì male: un capogiro e un dolore al petto.
"Cosa mi succede" pensò.
Una mano spuntata dal nulla l'afferrò alla vita e lei vide due splendidi occhi violetti,dei capelli lunghissimi chiari come la luna e due orecchie a punta.
"Lasciatemi!" esclamò "Io non vi conosco!!!"
"Tu non ci conosci Maeve ma noi conosciamo te, sei l'essenza stessa della magia. Ti abbiamo creata noi creature fatate" disse l'elfo
"Come, io sarei uno scherzo della natura? Che volete farmi?" rispose lei
"Calma fanciulla ti abbiamo creata per vedere se la nostra razza poteva adattarsi a vivere nel mondo dei mortali e a quanto vedo ti sei abituata facilmente, ma appena sei entrata nel cerchio di pietre hai riconosciuto la magia" rispose l'elfo della luce.
Maeve vide che sotto i suoi piedi c'erano delle pietre che non aveva visto.
"Va bene ti credo, verrò con te, ma solo per un'ora" disse
"Certo mia signora" rispose l'elfo sorridendo.
La quercia rivelò un sentiero dentro il tronco rugoso che li portò davanti ad una scalinata di marmo rosato.
"Ecco, questo è il castello della magia delle fate,le tue creatrici!"
Il castello era luminoso con fiorellini simili a stelle sulle mura merlate e un alone dorato lo avvolgeva. Suo malgrado Maeve si sentì attratta dal castello e salì i gradini guardando affascinata quella luce. Più saliva e più stava male, tanto che si accasciò a terra, ma si rialzò con coraggio e davanti alla splendida porta d'oro, sentì un dolore immenso sulla schiena. Il
vento ritornò e lei si alzò con lui. Dal cielo si vide riflessa in uno stagno, vide che le erano spuntate due ali dorate. Si toccò il medaglione che portava al collo con inciso il fiore che era
impresso nelle porte del castello, e fu dentro un salone. Davanti a lei una splendida fata
dalle ali lucenti che andavano dall'azzurro al verde, capelli di luna, occhi come il mare in
burrasca e un sorriso dolcissimo. Un diadema di perle e argento  posava sulle chiome.
"Eccoti sei tornata Maeve ....vuoi restare qui dove la tua essenza è nata, oppure vuoi ritornare nel mondo dei mortali?" chiese la regina delle fate.
"Io non lo so" rispose la fanciulla sentendosi attratta da quegli occhi magnetici e da quelle braccia che la fata le tendeva.
"Devi fare la tua scelta..ORA... noi possiamo vivere nel tuo mondo, ma non possiamo vivere in due mondi contemporaneamente...devi fare una scelta, o vivere fra le fate o fra i mortali"continuò la fata.
"Si invece" rispose Maeve "Come io sono qua, anche voi potete ritornare da noi"
"Ritorna allora dalla donna che ti ha allevato!" rispose la regina delle fate...

Così Maeve ritornò dalla nonna che l'accolse a braccia aperte e nulla mancò più loro.....Qualche volta Maeve ritornava alla quercia e saliva la scalinata di marmo rosa, dove la regina delle fate le insegnava a tessere su telai d'oro con fili di raggi di luna, raccontandole del mondo incantato e delle magie del creato.

Racconto di Mara Cuttica



GLI OCCHI DELLE FATE

Camminavo nel bosco vicino alla casa di mia nonna. La primavera stava mettendo le prime gemme sugli alberi spogli, le felci ritrovavano il loro bellissimo verde smeraldo e le violette facevano capolino, tenere e delicate. Una picolissima pratolina era nell'erbetta fine, sottile, appena nata.
"Il sole delle belle mattinate dei primi di marzo ha fatto nascere quelle meraviglie" pensai, ma nel silenzio del bosco,mi sentivo osservata...sentivo degli occhi puntati dietro di me... non sapevo come, ma lo percepivo. Curiosa come sempre, mi girai e mi chinai su un cespuglio rigoglioso di felci. Scostai le morbide foglie e vidi due paia di occhi luminosissimi del colore del cielo, ma più trasparenti e simili ad acqua limpida di montagna. Un attimo, un fuggevole attimo e sparirono. "No", mi dissi, "non sono matta, IO LI HO VISTI...e sono sicura che sono occhi di due fate! Ho letto così tanto su di loro che non posso sbagliarmi,e sono molto somiglianti alle foto che la mia amica Sonia realizza al computer" Ripensai a quello che sapevo su di loro e...."Ecco, ci sono!" pensai "Se trovo delle campanule celesti la' loro ci saranno, oppure troverò il loro sentiero"...Sicura mi incamminai per il vialetto nel boschetto, guardai qua e là, ma non vidi niente. Ma ecco un baluginio d'azzurro, una luce appena smorzata, quasi impercettibile...mi avvicinai ad un frassino snello e vidi i meravigliosi fiori a campanella. "Sembra un prato celeste, ma siamo appena in marzo!" pensai "Che stupida, è MAGIA!!!" e saltai su quei fiori. Questi si aprirono diventando uno stretto sentiero fiacheggiato da olmi, querce e betulle. Il muschio era soffice sotto i miei piedi, l'aria tiepida e il sole giocava con le ombre del sentiero. Su un vecchio albero rugoso apparve una porticina color ruggine..."E' quella del disegno di Sonia!" pensai,"la PORTA N 6!"....e proprio mentre lo stavo pensando....ecco che gli occhi riapparvero...lucenti..brillanti...contornati da chiome fluenti di capelli color di luna, ali di stelle, un sorriso dolcissimo. Le fate mi fissarono, aspettando un mio gesto. Indecisa sul da farsi mi chiesi cosa avrebbe fatto la mia amica Sonia e mi inchinai dicendo:" Grazie di esservi mostrate a me, fate del bosco, e di avermi portato nel vostro regno"...Gli occhi si chiusero, le ciglia fremettero,le dolci bocche rosate sorrisero scoprendo dentini color perla.,...poi volarono come farfalle le cui ali d'argento diventarono color delle felci...e mentre sparivano una voce melodiosa disse "Siamo spiriti della Natura, noi osserviamo voi mortali e tu eri degna di entrare nel Reame incantato..."


Racconto di Mara Cuttica